Lo scenario delineato dagli accordi COP26 di Glasgow, firmato da 197 paesi prevede il taglio del 45% rispetto al 2010 delle fonti fossili. In questo contesto è stata definita l’Agenda 2030, che delinea il futuro che le nuove generazioni incontreranno nei prossimi decenni, un futuro ecosostenibile, nel quale l’accesso al cibo e alla salute saranno garantiti per gli abitanti del pianeta. Le risorse globali, infatti, non sono inesauribili, necessitano di una gestione ottimizzata, che consideri simultaneamente un minore impatto antropico sull’ecosistema e che migliori l’efficienza dei cicli di produzione dell’energia e del cibo.
La food security e la green economy sono diventati quindi temi posti al centro degli interessi delle politiche sociali su scala globale. Tuttavia, anche la dimensione “local” dovrà svolgere, nell’economia del futuro, la propria importante funzione, puntano a tutelare gli ecosistemi, ridurre le emissioni da CO2, ridurre lo spreco alimentare, garantire al contempo la produzione di cibo sano e genuino.
In quest’ottica si inquadra il progetto HEALTHY & GREEN CEREAL, che punta all’organizzazione di un Sistema HGS per la gestione innovativa di Colture Cerealicole e Leguminose in Sicilia per la Salute e per l’Ambiente, capace di ridurre l’impatto sull’ambiente in termini di Carbon footprint e allo stesso tempo garantire il potenziale salutistico delle materie prime e dei derivati.
Il percorso progettuale, articolato in due obiettivi e 6 azioni, parte dall’ottimizzazione di ordinamenti colturali innovativi per cereali e leguminose, per arrivare alla definizione di nuovi protocolli di trasformazione che ottimizzano processi e prodotti determinando la “carbon footprint” delle filiere coinvolte, e definendo allo stesso tempo specifici claims salutistici per i prodotti realizzati.
Uno dei risultati del progetto riguarderà l’elaborazione di uno strumento (applicativo software) che supporti le aziende nel calcolo delle proprie prestazioni ambientali, inducendo quindi un generale miglioramento in termini di sostenibilità ambientale. Tale azione è coerente con una specifica raccomandazione emanata nel dicembre 2021 dalla Commissione Europea, che ribadisce l’importanza dell’applicazione di strumenti di calcolo dell’impatto ambientale (Environmental Footprint) e nel favorire le iniziative e processi di decarbonizzazione, necessari per il raggiungimento degli obiettivi di bilanciamento delle emissioni e di gas serra (GHG) entro il 2050.
L’azione dedicata invece alla definizione di protocolli per la produzione di derivati ad elevato potenziale salutistico punterà alla individuazione delle migliori tecniche di produzione e ottenimento di miscele o formulati per la trasformazione di specifici prodotti. Si produrranno alcuni formulati e mix multicereali e relativi sfarinati (con elevato contenuto in fibra alimentare, elevato contenuto in proteine vegetali e a basso indice glicemico). Tali protocolli saranno messi a punto trasferendo le conoscenze tecnologiche prodotte dal Consorzio di Ricerca Ballatore negli ultimi anni, pubblicate in riviste scientifiche internazionali ad elevato impact factor.
Un’ultima azione specifica sarà dedicata alla divulgazione e alla disseminazione delle innovazioni trasferite, proponendole anche in contesti internazionali (EIP AGRI). Tale attività sarà supportata mediante la elaborazione di uno specifico piano di comunicazione affidato a professionisti esperti capaci di utilizzare anche i moderni strumenti della IT per la comunicazione di massa.
Il cibo del futuro, così come i sistemi che lo producono e tra questi l’agricoltura, dovrà essere prodotto rispettando il bilancio di anidride carbonica e garantendo al contempo quantità e salubrità. Le filiere dei cerali e quella dei legumi, possono giocare un ruolo determinante in quest’ottica, sia per la presenza dominante nei regimi alimentari tradizionali dell’area Mediterranea, sia per l’ampiezza delle superfici destinate a queste colture.
Ordinamenti colturali innovativi
(innovazione di processo e prodotto)
Gli ordinamenti colturali delle aziende cerealicole siciliane sono normalmente caratterizzati dalla sola presenza come coltura cerealicola del grano duro, i dati dell’ISTAT, infatti, evidenziano che mediamente coltiviamo ogni anno circa 270.00 ettari di grano duro, mentre dedichiamo solamente circa 20.000 ettari agli altri cereali (orzo, avena, triticale, mais, segale, ecc.). Superficie limitata si registra anche per le leguminose da granella che mediamente vengono coltivate su circa 6.000 ettari di superficie. Nell’ambito del progetto è previsto che le aziende agricole del partenariato prevedano l’introduzione nei loro ordinamenti colturali di diverse tipologie di cereali oltre alle leguminose, nello specifico le specie previste oltre al grano duro sono: grano tenero, orzo, grano monococco, avena nuda, farro, cece e lenticchia. Alcune di queste specie come il grano tenero, il grano monococco, l’avena nuda, il farro rappresentano una innovazione colturale considerato che normalmente non sono presenti negli ordinamenti colturali regionali. Si tratta comunque di specie che si adattano agli ambienti pedoclimatici siciliani e le conoscenze in riferimento alle tecniche colturali sono supportate da anni di sperimentazione da parte degli enti di ricerca regionali e nazionali.
Nell’ambito del progetto è previsto per il collaudo la realizzazione di quattro campi dimostrativi per un ciclo colturale.
Una specifica prova di Concimazione con Biodigestato, ottenuto da un impianto regionale di produzione di biogas, sarà utilizzata per verificare il diverso effetto di questo componente organico in confronto all’utilizzo di concimazioni convenzionali.
Sfarinati innovativi
(innovazione di processo e prodotto)
Le produzioni cerealicole e dei legumi ottenute nei campi dei partner di progetto saranno utilizzate per la definizione di protocolli operativi (del Sistema HGS) per la produzione di sfarinati innovativi che promuovano il potenziale salutistico delle materie prime e nello specifico:
Sfarinato mix multicereale. I prodotti multicereale incontrano il favore del consumatore che riconosce loro un valore commerciale e salutistico superiore. A tali prodotti è possibile associare un elevato contenuto in fibra alimentare anche se, è bene sottolineare, che anche il contenuto in betaglucani è interessante nel caso di aggiunta di orzo e avena.
Sfarinato panificabile a basso indice glicemico. Il Grano duro per il suo rapporto amilosio amilopectina, sviluppa un più basso indice glicemico (Pandolfo et al. 2021) rispetto ai prodotti del grano tenero. Alcuni protocolli tecnologici del Sistema HGS saranno indirizzati nella determinazione dell’indice glicemico di diversi sfarinati panificabili, attestando ciò che la letteratura già afferma per il pane di grano duro.
Sfarinato proteico (per l’utilizzo del claim high protein). Tale sfarinato sarà ottenuto sia miscelando gli sfarinati per la panificazione e la pastificazione con sfarinati di legumi sia addizionando agli stessi specifici estratti innovativi di origine vegetae (e quindi minore impatto sull’ambiente rispetto a quelli ottenuti dalla filiera zootecnica) ricavati da Pisello e Riso (maggiore palatabilità).
Strumento digitale per la misura delle performance ambientali
(innovazione di processo, di prodotto e gestionale)
Per stimolare il settore agricolo verso pratiche sostenibili il progetto promuove lo sviluppo di un sistema informatico (componente anch’esso del Sistema HGS) per permettere agli operatori della filiera cerealicola regionale di poter calcolare la propria impronta ecologica (Carobon footprint), valutare il livello di sostenibilità e indirizzare le scelte verso pratiche agronomiche e processi virtuosi dal punto di vista ambientale con minore impatto sull’incremento di CO2 ambientale.
Il sistema sarà proposto attraverso un portale online così da diffonderne l’applicazione alla più ampia platea di operatori agricoli e tecnici regionali e renderlo consultabile ai consumatori facendone conoscere il valore per il territorio e la sua economia.
Il sistema di calcolo
è basato sulle normative ISO 14040 e ISO 14044 che definiscono il metodo di calcolo degli impatti ambientali rendendo i risultati validi per circuiti di certificazione. Il calcolo della Life Cycle Analysis (LCA) – definito dalle normative - è il risultato di oltre 20 anni di studi ed analisi da parte dei massimi esperti del settore.
L’elemento innovativo è l’applicazione del concetto di sostenibilità applicata che coniuga, in un unico strumento digitale, procedure standardizzate e di alto valore scientifico e facilità di compilazione e comprensione dei contenuti e risultati dell’analisi. Ciò rende lo strumento altamente fruibile sia agli operatori agricoli che ai consumatori”.
Il portale rappresenta uno strumento di “eco-design” essenziale tanto per la filiera cerealicola quanto per stimolare la culturale ambientale e contaminare altri comparti produttivi.
Biogas da paglia di cereali e legumi
(Innovazione di processo e prodotto)
I prodotti residuali della coltivazione dei cereali e delle leguminose nei campi dimostrativi saranno utilizzati per realizzare dei test per la produzione di biogas presso un’azienda siciliana (Assoro Biometano). Questa azione può creare l’opportunità di sviluppo e produzione di energia rinnovabile e digestato ammendante partendo da materia prima residuale – spesso non collocata adeguatamente sul mercato - generando un forte impatto positivo in termini sostenibilità ambientale della filiera e promuovendo raffinati percorsi di economica circolare nei diversi settori coinvolti.
Con riferimento alla produzione di energia da fonti rinnovabili si citano dei progetti che hanno coinvolto negli anni alcuni partner: “Fi.Sic.A. – Filiera Siciliana per l’Agroenergia”; “E.Ri.C.A – Mis. 124 PSR Sicilia 2007-2013”; “Co.S.Mo. Sottomis. 16.1 PSR Sicilia 2014-2020”.